AMERICA
PRIMA DELLA GUERRA
Nel 1936 l’opinione pubblica negli Stati Uniti era ostile alla Germania nazista ma il numero di quanti fossero disposti ad aiutare concretamente le potenzae occidentali era ancora argomento di discussione. Nel 1940, nonostante lo stato di neutralità, gli USA stavano già costruendo l’Arsenale della Democrazia per gli Alleati procurandogli rifornimenti di guerra e denaro. Con la sconfitta della Francia la nazione iniziò ad ingrandire le proprie forze armate e a creò il Selective Service Act una legge che introduceva un sistema di circoscrizione della pace. Nel giugno del 1941 con l’invasione tedesca dell’URSS l’America cominciò ad inviare aiuti all’Unione Sovietica, Regno Unito e Cina. Nel ‘42 il presidente Roosevelt costituì una nuova struttura di comando e il Joint Chiefs of Staff (comitato dei capi di stato maggiore) per prendere le decisioni finali sulle strategie militari. Al contrario di altri paesi, Roosevelt si impose molto raramente con i consiglieri militari, evitò il Dipartimento di Stato e condusse delle grandi operazioni diplomatiche attraverso i suoi aiutanti, specialmente Harry Hopkins che aveva il controllo di 50 miliardi di dollari per i fondi del Lend-Lease Act.
L’inizio dei conflitti
Nel 1940, con la vittoria tedesca in Francia, l’invasione della Polonia e l’imminente invasione della Gran Bretagna, l’entrata in guerra degli Stati Uniti era considerata vicina. Nel marzo del 1941, con il Lend-Lease, iniziarono ad essere erogati denaro, munizioni e cibo agli Alleati. Il 16 giugno 1941 Roosevelt ordinò l'occupazione dell'Islanda per rimpiazzare le forze britanniche sull’isola, il 22 giugno la U.S. Navy inviò la Task Force 19 ad Argentia, Terranova, la task Force arrivò in Terranova il 1 luglio, e il 7 i britannici conclusero le trattative con l’Islanda per l’approvazione dell’occupazione americana. Il 6 agosto la Marina statunitense stabilì una base aerea nella capitale, e l’esercito arrivò a sostituire i Marines, mandati nel Pacifico, fino a fine della guerra. Per colpa dell’avanzata Giapponese in Asia, gli Stati Uniti bloccarono ogni tipo di rifornimento di carburante diretto in Giappone, essendo l’importatore del 90% di esso. Ciò minacciò i giapponesi che decisero di colpire per primi, per assicurarsi la vittoria in una guerra inevitabile. L’attacco a Pearl Harbor il 7 dicembre 1941 fu la peggior sconfitta navale americana nella storia, in cinque ore i giapponesi riuscirono a privare gli Stati Uniti di 8 navi da battaglia, 10 navi inferiori, 230 aerei e 2400 soldati, le perdite giapponesi si limitarono a 29 aerei, questa vittoria del giappone fu dovuta all’eccellente pianificazione, addestramento e l’effetto a sorpresa. Guardando a lungo termine l'attacco, prima considerato una vittoria , è stato un fallimento:le navi perse erano obsolete, gli aerei furono rimpiazzati in poco tempo e le vittime, guardando al seguito della guerra, furono minime. In seguito agli eventi di Pearl Harbor Roosevelt chiese al Congresso di dichiarare guerra al Giappone ufficialmente l’8 dicembre, tre giorni dopo, l’11, anche Hitler dichiarò guerra agli Stati Uniti.
Nel Pacifico
Poche ore dopo l'attacco a Pearl Harbor, le forze aeree giapponesi distrussero la maggior parte dell'aviazione americana stanziata a Manila. L'esercito giapponese invase l'arcipelago filippino. La battaglia di Bataan si concluse, dopo una resistenza di tre mesi, il 9 aprile 1942 con la resa delle forze americano-filippine. La marina giapponese sembrava inarrestabile mentre conquistava le risorse delle Indie orientali olandesi. Le forze americane, britanniche, olandesi ed australiane si coalizzarono ma le loro flotte furono affondate in diversi scontri a Giava. Seguendo i loro piani, i giapponesi cominciarono la campagna delle isole Salomone nel gennaio 1942. Occuparono diverse isole prima di essere fermati dagli americani nella campagna di Guadalcanal. La campagna aleutina fu l'ultimo scontro ad essere combattuto sul suolo americano. I giapponesi presero il controllo di due isole Aleutine nella speranza che le forze navali americane si allontanassero da Midway per poterla attaccare.La Marina americana era pronta quando la flotta giapponese lanciò l'offensiva tentando di distruggere la Flotta americana del Pacifico e l'Isola di Midway. Yamamoto sperava di sfruttare un completo effetto sorpresa e in rapidità catturare l'isola, in seguito alla battaglia durante la quale le sue portaerei avrebbero distrutto le navi americane. Prima della battaglia, l'intelligence americana aveva intercettato i piani nipponici, permettendo all'ammiraglio Nimitz di preparare un'imboscata. Lo scontro iniziò il 4 giugno 1942 e quando si concluse i giapponesi avevano perso quattro portaerei, gli americani una sola. La battaglia fu il punto di svolta dopo il quale gli Stati Uniti presero l'iniziativa iniziando un'offensiva lunga tutto il resto del conflitto. Dopo la vittoria delle Midway, gli Stati Uniti cominciarono l’offensiva terrestre, passando da isola ad isola. Poiché l'aviazione era fondamentale solo le isole con piste di decollo furono prese in considerazione durante l'offensiva. Gli scontri furono selvaggi, gli americani dovettero affrontare un nemico forte che fu sconfitto poche volte sulla terra. II generale George Kenney non ebbe mai sufficienti rifornimenti. Tuttavia i giapponesi si trovavano in una situazione peggiore. La dottrina giapponese prevedeva la superiorità aerea ma i comandanti di fanteria sprecarono le risorse aeree. La strategia di Kenney era neutralizzare delle postazioni giapponesi lasciate indietro con dei bombardamenti. L'arrivo al fronte di nuovi aerei da caccia diede agli americani il primato in autonomia e performance di volo. Lo scopo di conquistare le isole era di costruirvi sopra dei campi d'aviazione. Gli avieri, molto più nel sudovest del Pacifico che in Europa, non avevano un numero preciso di missioni che permetteva loro di essere trasferiti e non dover più combattere, come avveniva in Europa. Ciò portò ad un morale pessimo che i veterani trasmettevano alle reclute. Lo stress bellico ridusse drasticamente l'efficienza delle unità. La campagna di Guadalcanal, combattuta fra l'agosto 1942 e il febbraio 1943, fu la prima offensiva alleata nel Pacifico. Guadalcanal era la chiave per controllare le Isole Salomone. Come accadde nella maggior parte delle battaglie della guerra, il sistema di rifornimento giapponese riuscì a portare al fronte solo il 20% dei materiali, di conseguenza Guadalcanal fu quindi una vittoria per gli Stati Uniti. Prima di riprendersi le Filippine, gli Alleati diedero il via alla campagna delle isole Gilbert e Marshall, nell'estate del 1943. La Marina statunitense vinse e fece sbarcare le forze terrestri nelle isole Marianne, nell'estate del 1944. La battaglia del Golfo di Leyte, tra il 23 e il 26 ottobre 1944, fu una vittoria decisiva per gli americani che affondarono ciò che restava della flotta nipponica. Il generale MacArthur sbarcò nelle Filippine il 20 ottobre 1944. La liberazione delle Filippine durò dal 1944 al 1945. I Marine attaccarono l’isola di Iwo Jima il 19 febbraio 1945; inizialmente i giapponesi non attaccarono, lasciando che gli americani aumentassero di numero per avere più bersagli vicini e iniziò la resistenza. Nei trentasei giorni successivi, i giapponesi furono respinti in una sacca sempre più stretta ma decisero che avrebbero combattuto fino alla morte. Okinawa fu l'ultima grande battaglia del Pacifico. I Marine e i soldati dell'esercito sbarcarono il 1° aprile 1945, dando il via ad una campagna di ottantadue giorni. I piloti kamikaze giapponesi affondarono 406 navi americane. La ferocia e le alte perdite spinsero la Marina ad opporsi all'invasione del Giappone. Fu quindi scelto l'uso di bombe atomiche per costringere i giapponesi alla resa. Il presidente Harry Truman diede l'ordine di sganciare la bomba atomica su Hiroshima il 6 agosto 1945. Una seconda bomba venne sganciata su Nagasaki il 9 agosto. Morirono circa 140.000 persone ad Hiroshima e 74.000 a Nagasaki per l'esplosione e gli effetti radiativi. Il 15 agosto 1945 marcò la fine della guerra con l'Impero del Giappone e la fine della Seconda Guerra Mondiale.
In Nord-Africa
La prima azione sul fronte occidentale degli Stati Uniti ebbe luogo l’8 dicembre 1942 con l’Operazione Torch in Marocco e Algeria. L’Operazione iniziò dopo la richiesta russa di aprire un secondo fronte di guerra contro i tedeschi. Ma queste prime azioni in Africa non furono fortunate. Dopo un’iniziale avanzata verso Tunisi, a dicembre 1942 le truppe americane furono sconfitte nella battaglia di Tebourba, seguirono altri insuccessi locali mostrando l’inesperienza delle unità meccanizzate nel febbraio 1943 durante le battaglie di Sidi Bou Zid e del passo di Kasserine. A marzo le divisioni di Patton mostrarono dei miglioramenti durante l'offensiva alleata, tuttavia non furono in grado di respingere i tedeschi a El Guettar, a metà aprile i britannici sfondarono la linea Mareth e entrarono in Tunisia, dove a maggio i italo-tedeschi si arresero.
In Europa
L’Italia e le prime operazioni
Il primo obiettivo delle strategie Alleate era distruggere la Germania e i suoi alleati in Europa prima di concentrare le proprie forze sul Giappone. La decisione fu presa per non perdere sia Londra che Mosca. Fortunatamente l’invasione del Regno Unito fallì perché i tedeschi non possedevano una superiorità aerea che permettesse loro di fare ciò. Nonostante la loro iniziale neutralità gli Stati uniti si erano incontrati più volte con il Regno Unito, ed i loro rappresentati arrivarono alla conclusione che c’erano due obiettivi strategici principali: sconfiggere rapidamente la Germania e difendere l’estremo oriente. La strategia di liberazione dell’Europa ebbe inizio il 9 luglio 1943 con lo sbarco in Sicilia, l’operazione si concluse positivamente il 17 agosto con la conquista dell’isola. Dopodiché l’opinione pubblica italiana si rivoltò contro Mussolini e la guerra. Nel settembre 1943 gli alleati sbarcarono nella penisola a Salerno, l’8 l’Italia firmò l'armistizio e le truppe tedesche, a seguito di questo tradimento, occuparono il resto del paese. Con l’inverno gli Alleati si arrestarono alla Linea Gustav fino alla vittoria di Montecassino. Il 4 giugno 1944 gli Alleati liberarono Roma. Gli Alleati si spinsero verso nord ma vennero fermati sulla Linea Gotica. Con l'Operazione Olive riuscirono a superare Rimini. I tedeschi riuscirono a ritirarsi e non vi furono conseguenze strategiche rilevanti fino alla primavera successiva quando gli alleati attaccarono nuovamente per aprirsi la via al nord Italia.
In aria
In questa fase della guerra i bombardieri americani B-17 effettuarono diversi bombardamenti sulle industrie tedesche ma nè il governo americano nè l’Air Force americana volevano bombardare indiscriminatamente le città occupate, per questo lavoravano in formazioni serrate effettuando bombardamenti di precisione sui punti vitali tedeschi. A metà 1942 gli aerei dell’USAAF (United States Army Air Force) arrivarono nel Regno Unito e cominciarono le loro missioni oltremanica. A gennaio 1943 alla conferenza di Casablanca fu deciso che RAF e USAAF sarebbero state sotto il comando del generale Sir Charles Portal per l’Operazione Pointblank iniziata il 14 marzo 1943. Tra il 20 e il 24 febbraio 1944 con l’Operazione Big Week vennero distrutte tutte le basi della Luftwaffe. Nel corso del 1944 il Comando Combinato cambiò guida più volte, ma l’aviazione Alleata aveva già conquistato la superiorità in aria e i bombardamenti strategici tornarono ad essere una priorità solo a settembre 1944 che portò a un bombardamento massiccio di tutta l’aera industriale tedesca.
Il secondo fronte
Nella Francia settentrionale gli alleati arrivarono solo il 6 giugno 1944 aprendo così il secondo fronte. Dopo un prolungato bombardamento aereo della costa francese, i primi soldati Alleati che toccarono avevano lo scopo di distruggere l'artiglieria tedesca che avrebbe potuto colpire di lì a poco. Furono aviotrasportate due divisioni americane con l’obiettivo di proteggere e supportare le altre divisioni in arrivo. Di cinque spiagge, due erano obiettivo americano e avevano come nome in codice Omaha Beach e Utah Beach. Ad Utah i mezzi anfibi finirono due chilometri fuori bersaglio, la divisione lì incrociò una debole resistenza ed entro il pomeriggio avanzò nell'entroterra. Ad Omaha i tedeschi avevano preparato la spiaggia con mine, cavalli di Frisia e altre difese. Le divisioni furono bloccate. tuttavia i soldati si raggrupparono in unità improvvisate e riuscirono ad avanzare nell'entroterra. Alla fine del giorno gli americani contarono 6.000 vittime. Tra giugno e luglio le operazioni prevedevano la cattura del porto di Cherbourg a cui far affluire i rifornimenti. Prima di tutto gli americani dovettero conquistare Carentan, a quel punto poterono occupare la penisola del Cotentin, intrappolando i tedeschi a Cherbourg che gli americani catturarono dopo l'omonima battaglia. A fine luglio, gli americani ripresero l'avanzata verso sud. I statunitensi diedero il via all'Operazione Cobra, in cui sfondarono linee tedesche e giunsero fino a Lorient, Saint-Nazaire e Brest, dove fu combattuta l'omonima battaglia. Questa manovra permise di intrappolare le unità tedesche impegnate contro i britannici nella sacca di Falaise, poco prima di liberare Parigi e spingere i tedeschi fino al Reno. L'aggiramento fu accompagnato dallo sbarco nella Francia meridionale, nome in codice Operazione Dragoon. Il 17 settembre gli Alleati diedero il via ad una nuova operazione ideata dal generale Montgomery. Per gli americani il piano prevedeva un lancio diurno di due divisioni aviotrasportate, una di queste doveva prendere i ponti di Eindhoven mentre l’altra i ponti di Grave e Nimega. Dopo la cattura dei ponti, le forze di terra britanniche avrebbero attraversato questi ponti fino al confine con la Germania. L'operazione fallì poiché gli Alleati non furono in grado di catturare il ponte più lontano. Lì dopo il lancio dei britannici si scoprirono che a difesa della regione vi era la Divisione Panzer SS Hohenstaufen e i paracadutisti equipaggiati con armi leggere e persero rapidamente terreno e l'intera operazione fallì. Dopo questo fiasco nell'estate del 1944, gli Alleati soffrirono di scarsità di rifornimenti ma a fine anno il problema fu risolto. Poterono quindi cominciare la Campagna della Linea Sigfrido con la cattura di Aquisgrana. Durante la battaglia della Foresta di Hürtgen, vi furono degli scontri logoranti tra tedeschi ed americani che si conclusero in uno stallo all'interno della foresta stessa. La battaglia divenne poi parte dell’Operazione Queen, nella quale gli Alleati volevano oltrepassare il fiume Rur, per poi attraversare il Reno ed entrare in Germania. A metà dicembre riuscirono a raggiungere il fiume Rur ma i tedeschi avevano già completato i preparativi per il loro attacco nelle Ardenne. Ciò accadde il 16 dicembre 1944 con la speranza di aprire un varco nelle linee Alleate e catturare la città belga di Anversa. Gli Alleati risposero debolmente e permisero ai tedeschi di addentrarsi all'interno delle linee. Le Waffen-SS giustiziarono dei prigionieri di guerra americani nel massacro di Malmedy. Gli americani furono sorpresi dall’offensiva: nella battaglia dello Schnee Eifel una divisione venne costretta alla resa, la battaglia di Saint-Vith terminò con una ritirata e l'avanzata del Kampfgruppe Peiper sembrò mettere in pericolo l'intero schieramento dell’ Armata statunitense. Il generale Eisenhower ordinò di preparare le difese a Bastogne, la città fu accerchiata e tagliata fuori, i tedeschi chiesero la resa della città ma il generale Anthony McAuliffe rifiutò tale richiesta. Il 19 dicembre, il generale Patton diresse la sua armata verso nord per liberare Bastogne, ciò accadde solo il 26 dicembre. Il 31 dicembre i tedeschi lanciarono la loro ultima offensiva in Alsazia e Lorena. Con le forze americane indebolite i tedeschi furono in grado di spingerli fino alla sponda meridionale del fiume Moder. Il 25 gennaio arrivarono i rinforzi dalle Ardenne, bloccando l'offensiva e chiudendo i tedeschi nella sacca di Colmar.
Resa della Germania
Dopo la sconfitta tedesca nelle Ardenne, gli Alleati avanzarono verso il Reno e in Germania. Con la cattura del ponte di Remagen oltrepassarono il Reno nel marzo 1945. Gli americani quindi effettuarono una manovra a tenaglia chiudendo nella sacca della Ruhr 300.000 tedeschi. Infine si diressero a est, dove s’incontrarono con le truppe sovietiche sul fiume Elba ad aprile. Il 2 maggio 1945, la Germania si arrese e l'8 maggio venne festeggiata la Giornata della Vittoria.


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