

Chełmno
Campo Nazista
Luogo: Polonia
Tipologia: sterminio
Apertura: 8 dicembre 1941
Liberazione: 17 gennaio 1945
Numero morti: 152.000 persone
Visitabile: sì
STORIA
Il campo, creato in un vecchio castello, diventa operativo l’8 dicembre del1941 ed è servito da modello per i tre campi di sterminio costruiti nel corso dell’anno. Il campo era gestito da un comando speciale delle SS che eseguiva lo sterminio tramite gasazione nei Gaswagen.
Il campo aveva due aree interne.
AREE INTERNE
Zona I
Zona II
Zona amministrativa, con la caserma e i magazzini dei beni confiscati vicino al castello.
Zona di cremazione e sepoltura, era situata nel bosco a tre chilometri di distanza.
STORIA
Il campo ha avuto due periodi di attività: dal dicembre del 1941 fino all’aprile del 1943 quando è stato chiuso e fatto saltare in aria, e dall’aprile del ’44 fino a gennaio del ’45 per liquidare il ghetto di Lódz. è stato abbandonato dai nazisti il 17 gennaio all’avvicinarsi delle truppe sovietiche dopo aver ucciso tutti i prigionieri rimasti aver cancellato il maggior numero possibile di documenti e tracce.
Durante la prima fase di attività del campo i deportati arrivavano in treno e venivano rinchiusi nella sinagoga per poi essere trasportati al campo con dei camion, questo trasporto avveniva sotto gli occhi di tutta la popolazione essendo la sinagoga nel centro, questo è stato cambiato creando un treno che raggiungesse direttamente un villaggio visino al campo.
Arrivati al cortile del castello ai deportati veniva detto avrebbero fatto un bagno e che i vestiti sarebbero stati disinfestati prima di ripartire verso i campi di lavoro. Le vittime si spogliavano, prendevano sapone e asciugamani ed erano condotti nei sotterranei del castello per poi essere fatti entrare nel vano di un Gaswagen, un autocarro che funzionava come camera a gas. Chelmno, infatti, non disponeva di una camera a gas ma di tre camere a gas mobili. La zona di carico degli autocarri era sigillata ermeticamente e alcuni tubi le collegavano ai gas di scarico del motore. In ogni autocarro erano fatti entrare in 90, la porta veniva sigillata e il motore acceso, in 10-20 minuti le persone all’interno erano morte. I corpi venivano portati al Waldlager nella foresta ed erano scaricati, chi non era morto per il gas veniva fucilato. Le unità ucraine sotto la supervisione delle SS estraevano i denti d’oro e cercavano oggetti preziosi nascosti e infine il Sonderkommando, composto da detenuti ebrei, gettava i corpi nelle fosse comuni. I Gaswagen erano riportati alla loro zona del castello dove venivano ripuliti e resi pronti per il prossimo carico. Il lavoro era veloce e ogni giorno c’erano circa 12 operazioni simili. In questo primo periodo la sepoltura avveniva in quattro fosse comuni, poi i corpi iniziavano ad essere cremati, nell’estate del ’42, a cause del forte odore di decomposizione, i corpi sono stati riesumati e bruciati.
Quest’operazione era effettuata dai detenuti ebrei che dovevano inoltre macinare le ossa e spargere le ceneri nel fiume vicino al castello. Il 7 aprile del 1943 i forni crematori sono stati distrutti e le SS si stavano preparando per la demolizione del castello, però un ultimo o trasporto da Lodz ha fatto cambiare i piani, alle persone appena arrivate, che erano malate di tifo, è stato ordinato di salire al primo piano e poi il castello è stato fatto saltare in aria con loro all’interno.
Il secondo periodo di attività risale al 1944 e riguardava la liquidazione del ghetto di Lódz. È stata ricostruita nella sua interezza la linea a scartamento che raggiungeva il villaggio vicino, i deportati che arrivavano lì in treno erano poi trasportati con i camion fino al campo dove non c’era più un castello ma due baracche. Dalle baracche si passava ad una rampa dove si trovavano due camion per portare i deportati alle “docce”, anche questi erano Gaswagen. Nella foresta era stata costruito un forno crematorio dove i corpi sono stati bruciati prima di essere dispersi nel fiume.
Le testimonianze sulle funzionalità del campo e sugli eccidi commessi hanno diverse origini. La prima è di Szlama Ber Winer che denuncia dettagliatamente i crimini perpetrati sugli ebrei e i deportati alla resistenza ebraica di Varsavia, questa denuncia dalla Polonia arriverà fino al New York Times il 2 luglio 1942. Le descrizioni complete sul campo sono fornite solo durante i processi dagli imputati e chi lavorava nel campo da carnefici: i sopravvissuti del campo sono ridottissimi.
Nel 1957 è stato eretto il primo monumento nell’area del campo, le comunità ebraiche di Lódz e Wloclawek hanno finanziato la costruzione dell’obelisco vicino alle rovine del castello. La maggior parte de monumenti si trova nel Waldlager (il campo nella foresta) vicino alla strada che conduce al villaggio di arrivo e il luogo di sepoltura e incenerimento delle vittime. Nel ’64 la repubblica popolare di polonia ha costruito un grandioso monumento ma non c’è alcun riferimento al fatto che la maggior parte delle vittime erano ebree, nel 1990 è stato aperto un piccolo museo, visitabile tutto l’anno, e contiene i reperti trovati in diverse campagne di scavo oltre che a materiale sullo sterminio di ebrei e rom. Nel ’95 è stato inaugurato un memoriale alle vittime ebraiche proveniente dalla Germania.
DEPORTATI ITALIANI
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Non ci sono evidenze documentate di deportati italiani in questo campo.