

Drancy
Campo Nazista
Luogo: Francia
Tipologia: transito, internamento
Apertura: agosto 1941
Liberazione: agosto 1944
Numero morti: 68.000 persone
Visitabile: sì
STORIA
Tra il 1932 ed il 1936, gli architetti Marcel Lods e Eugène Beaudouin hanno realizzato un enorme complesso di edifici a più piani a forma di U come un quartiere residenziale modernista, a Drancy, periferia di Parigi vicino ad alcune stazioni ferroviarie (tra cui quella di Bobigny). Nel luglio 1940, a seguito dell’occupazione nazista della Francia, il complesso viene requisito dalle autorità francesi collaborazioniste e adibito a prigione per gli indesiderati dallo Stato. Il governo di Vichy si allinea rapidamente alle politiche antisemite e, il 3 ottobre 1940, fa emanare le leggi raziali; il 14 maggio 1941, iniziano i primi rastrellamenti.
Il 20 agosto 1941, la polizia francese conduce un imponente rastrellamento nella Capitale: vengono arrestati e, successivamente, internati a Drancy 4000 ebrei; viene quindi aperto ufficialmente il campo. Quest’ultimo opera sotto la supervisione della Gestapo; il tutto, edifici e cortile, viene circondato con una recinzione di filo spinato e guardie armate. Vi sono 5 sottocampi distribuiti sul territorio parigino, utilizzati come magazzini dove tenere beni personali confiscati agli ebrei. Le condizioni di vita dei prigionieri sono difficili a causa del sovraffollamento, della mancanza di cibo e delle malattie.
Per provvedere alle necessità di bambini ed anziani, gli altri prigionieri si organizzano come meglio possono; per i primi tempi, gli viene concesso di ricevere aiuti esterni: nel novembre 1941, 800 bambini e malati ebrei vengono liberati. Nonostante questi atti di umanità, nel dicembre 1941, vengono uccisi 44 prigionieri come rappresaglia per un attacco della resistenza francese contro degli ufficiali tedeschi; di lì a poco, l’unica possibile uscita dal campo diventa quella dovuta alle deportazioni verso la Polonia: i primi gruppi di ebrei vengono trasferiti a Compiègne, da dove proseguono poi per i campi di sterminio. Dal giugno 1942 in poi, vengono organizzati trasporti direttamente da Drancy: il 22 giugno 1942, parte il primo trasporto diretto di 1000 persone destinazione Auschwitz. Nei paesi occupati dell’Europa occidentale viene deciso di evitare il più possibile atti aperti di violenza antiebraica; si istituiscono, quindi, appositi campi di internamento o di transito lontani dai centri abitati dove la popolazione ebraica potesse essere raccolta prima di essere trasferita nei campi di concentramento o sterminio della Polonia. Al campo di Drancy viene assegnata la stessa funzione del campo di transito di Westerbork nei Paesi Bassi, del campo di internamento e transito di Malines in Belgio e del campo di prigionia di Fossoli in Italia.
Il campo diventa uno dei terminali degli arresti e dei rastrellamenti di ebrei condotti su tutto il territorio francese e punto di partenza per le deportazioni. Vengono deportati da qui circa 40000 prigionieri, in 64 trasporti diversi: 58 vanno ad Auschwitz, 2 a Majdanek, 2 a Sobibor, 1 a Kaunas e Tallinn e l’ultimo in Germania. Si intensificano anche gli arrivi a causa di varie operazioni da parte della polizia: solo tra il 16 ed il 17 luglio 1942, vengono arrestate quasi 5000 persone durante il Rastrellamento del Velodromo d’Inverno.
Dal 1° luglio 1943, le SS prendono direttamente il comando e la gestione del campo. In brevissimo tempo, il regime diventa più duro e le condizioni di vita peggiorano. Partono circa 23000 prigionieri, in 22 trasporti diversi; in più, a Drancy arrivano anche ebrei in fuga catturati nel cuneense e rinchiusi nel campo di Borgo San Dalmazzo. Il 31 luglio 1944, viene eseguito l’ultimo trasporto rilevante: circa 900 adulti e 400 bambini. Nel campo rimangono 800 prigionieri che vengono raggiunti da altri 750 provenienti dai sottocampi di Austerlitz, Bassano e Lévitan; per il 13 agosto viene fissata la partenza di un trasporto finale con gli ultimi 1550 prigionieri circa: lo sciopero dei ferrovieri della regione parigina impedisce l’attuazione del progetto poiché non si riescono a trovare i 30 vagoni necessari alla partenza.
Tra l’agosto 1941 e l’agosto 1944, circa 70000 prigionieri transitano da questo campo di questi, solo alcune centinaia di prigionieri riescono ad ottenere il rilascio durante il primo anno di esistenza del campo ma molti di loro morirono di stenti o malattia. Tra le vittime, ci sono circa 6000 bambini, spesso tra i primi ad essere separati dai genitori ed inviati alla morte.
Il 16 agosto 1944, le autorità tedesche di Drancy procedono alla distruzione di tutti i documenti del campo; gli addetti allo schedario riescono però a nascondere i registri relativi ai trasporti, ossia il principale documento relativo alle deportazioni dalla Francia. Il 17 agosto 1944, i nazisti lasciano definitivamente il campo di Drancy, portando con loro gli ultimi 51 prigionieri: 20 riescono a fuggire durante il viaggio, 15 sopravvivono ed i restanti 16, purtroppo, trovano la morte. Lo stesso giorno Raoul Nordling, console generale svedese, rileva il campo e chiede alla Croce Rossa francese di prendersi cura dei prigionieri superstiti, che, riacquisita la libertà, possono rimuovere la stella di Davide dai loro vestiti.
Gli edifici dell’ex campo sono tornati dopo la guerra alla loro originaria funzione. Nel 1977, nel cortile del complesso residenziale viene inaugurato il memoriale della deportazione a Drancy, in memoria degli ebrei francesi qui imprigionati. Oltre quest’ultimo, ci sono una serie di sculture monolitiche ed un tratto di binario su cui sosta un vagone di quelli usati per le deportazioni. Nel 2012, un Museo dell’Olocausto che raccoglie documenti e materiale illustrativo sulla Shoah francese viene inaugurato, nell’area fronteggiante al monumento ed all’entrata dell’ex campo, da François Gérard Georges Nicolas Hollande, presidente francese.
Furono 109 i prigionieri ebrei italiani certi che passarono da questo campo.
DEPORTATI ITALIANI
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Non ci sono evidenze documentate di deportati italiani in questo campo.