

Theresienstadt
Campo Nazista
Luogo: Repubblica Ceca
Tipologia: concentramento, transito
Apertura: 10 giugno 1940
Liberazione: 8 maggio 1945
Numero morti: 43871 persone
Visitabile: sì
STORIA
Detto anche ghetto di Terezín, nasce come una fortezza costruita alla fine del ‘700 lungo il fiume Eger, circondato da mura alte e fortificate rimase disabitata per parecchi anni dopo la costruzione divenne completamente disabitata, fino a trasformarsi poi in un normale paese.
Nel 1939, dopo l’invasione della Polonia e successivamente della Cecoslovacchia, vennero istituiti dei “Campi di transito” che servivano ai nazisti per portare i deportati verso i campi di concentramento o di sterminio.
Il 10 giugno 1940, la Gestapo assunse il controllo di Theresienstadt e trasformò la "piccola fortezza" in una prigione, chiamandola "kleine Festung" (piccola fortezza). A partire dal 24 novembre 1941, l'intera città fu designata come ghetto dopo essere stata circondata da un muro.
Il campo divenne presto il punto di arrivo per un grande numero di ebrei provenienti da tutta la Cecosloacchia occupata dai nazisti, ma anche dalla Germania e dall’Austria.
Fu uno dei luoghi denominati come campi di transito dai nazisti perché veniva considerato molto funzionale allo scopo dato che le possibilità di evasione erano molto limitate a causa delle massicce fortificazioni che lo circondavano. I nazisti fecero trasferire tutti i 5000 abitanti di Terezín per potervi portare dai 30 ai 40 mila ebrei.
Dato il sovraffollamento, il cibo scarseggiava e le condizioni igieniche erano pessime, lo spazio personale veniva completamente annullato perché gli ebrei vivevano tutti insieme in camerate con letti a castello con due o più piani. Quindi fin da subito la quantità di morti fu elevata, anche di bambini e ragazzini, per cause di malnutrizione o igieniche, ma anche perché spesso i nazisti compivano omicidi completamente ingiustificati.
La cospicua presenza di bambini all'interno del campo fece sì che, per quanto possibile, i prigionieri adulti si adoperassero affinché tutti i bambini deportati potessero continuare il loro percorso educativo. Nonostante fosse loro proibito di frequentare la scuola, i bambini presenti a Terezín “frequentarono le scuole” autogestite del ghetto.
Una esclusività di Theresienstadt, fu il gran numero di musicisti strumentali, compositori e maestri d'orchestra che vi transitarono. Qui, difatti, furono eseguiti centinaia di concerti.
Nel corso di ottobre del 1943, circa 500 ebrei provenienti dalla Danimarca furono trasferiti a Theresienstadt. Questi individui rappresentavano coloro che non erano riusciti a sfuggire alla deportazione verso la neutrale Svezia, nonostante gli sforzi compiuti nell'ambito di un'ampia operazione di salvataggio che aveva permesso di mettere in salvo circa 8000 ebrei danesi.
Su pressione del governo danese, Adolf Eichmann concesse il 23 giugno 1944 una visita al campo ai rappresentanti della Croce Rossa internazionale, al fine di disinnescare le voci circolanti sui campi di sterminio. Tuttavia, per nascondere il sovraffollamento del campo e mitigare gli effetti della malnutrizione, 7500 ebrei considerati "indesiderabili" furono deportati ad Auschwitz poco prima dell'arrivo della delegazione della Croce Rossa.
Per aggiungere un ulteriore livello di inganno, l'amministrazione del campo costruì falsi negozi e locali al fine di simulare un benessere apparente degli ebrei di Theresienstadt. I danesi che furono visitati dalla Croce Rossa furono temporaneamente spostati in camere recentemente dipinte, con non più di tre persone per stanza. Durante la visita, gli ospiti ebbero modo di assistere all'esecuzione dell'opera musicale "Brundibar", composta da Hans Krása, prigioniero del campo, e eseguita dai bambini residenti.
L'inganno perpetrato nei confronti della Croce Rossa ebbe tanto successo che i tedeschi decisero di girare un film di propaganda a Theresienstadt. Le riprese ebbero inizio il 26 agosto 1944 e furono completate nella prima metà di settembre.
Cessato ogni sforzo propagandistico, alla fine di settembre del 1944 fu presa la decisione di liquidare il campo.
Dal 28 settembre al 28 ottobre 1944 da Theresienstadt partirono undici treni che portarono ad Auschwitz, verso la morte, 18402 persone, tra i quali moltissimi dei bambini del campo.
Si continuò a morire anche dopo la liberazione a causa di un’epidemia di tifo si era diffusa con l'arrivo al campo di prigionieri evacuati da Auschwitz e Ravensbruck. Solo dopo che tutti i malati furono isolati in un ospedale la situazione cominciò a migliorare ma solo il 13 giugno si poté annunciare la fine dell'emergenza.
DEPORTATI ITALIANI


A Theresienstadt non c'era solo il freddo e la fame. C'era la morte che aleggiava su ogni angolo, ma quello che ci univa era la volontà di non arrendersi, di non dimenticare mai chi eravamo e da dove venivamo.
- Nedo Fiano, "Un ragazzo di nome Nedo"
VITTIME
-
Rachele Levi
-
Andrea Spagnoletto
SOPRAVVISSUTI
-
Agata Goti Herskovits Bauer
-
Ruth Elias
-
Nedo Fiano
-
Elena Fontanella