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Gurs

Campo Nazista

Luogo: Francia

Tipologia: concentramento, transito

Apertura: 15 marzo 1939

Liberazione: dicembre 1939

Numero morti: 1.100 persone

Visitabile:

STORIA

Il campo ha avuto molti periodi diversi dalla sua prima apertura alla definitiva chiusura ma durante l’occupazione nazista ha servito come campo di concentramento alla pari di quello di Le Vernet come campo di transito per migliaia di ebrei che venivano trasferiti a Drancy per poi essere deportati ai campi di sterminio polacchi.

È stato costruito nel 1939 e non ha mai subito modificazioni strutturali fino allo smantellamento del 1946. Una sola strada lo attraversava per tutta la lunghezza e sui due lati si accedeva a degli isolati separati da filo spinato, ogni isolato aveva 30 baracche per un totale di 382 baracche identiche tra di loro, non avevano finestre, servizi igienici o acqua corrente e in ognuna dormivano almeno 60 persone. La vicinanza all’oceano rendeva difficile la vita in un terreno fangoso e con costanti piogge. Il campo aveva una doppia recinzione di filo spinato in cui potevano passare le guardi esterne. Al di fuori della struttura dei prigionieri c’era l’amministrazione e il corpo di guardia e il campo non fu mai otto il diretto controllo tedesco.

Nel primo periodo di funzione il campo fungeva da centro di accoglienza per i rifugiati politici spagnoli e baschi e ai combattenti delle Brigante Internazionale, molti rifugiati rimangono in Francia altri tornano in patria, la lingua più parlata era lo spagnolo ma numerosi militanti socialisti tedeschi sono stati in grado di pubblicare un giornale in tedesco, si è formata un’orchestra e diverse attività sportive.

Nel settembre del 1939 la natura del campo cambia radicalmente, da campo profughi diventa un campo di internamento per i potenziali ostacoli agli sforzi bellici: cittadini tedeschi o di provenienza associata al nazismo senza distinzione in ideologia facendo imprigionare anche 4000 ebrei tedeschi rifugiati in Francia insieme a tedeschi filonazisti. Sono stati internati anche molti francesi filofascisti ed esponenti di sinistra contrari alla guerra oltre che prigionieri comuni.

 

Nel giugno del 1940 la Francia è stata occupata dalla Germania nazista e il campo andò sotto il controllo del governo di Vichy. Gli internati filofascisti vengono rilasciati, gli altri tentarono la fuga, com’è il caso di Hannah Arendt filosofa e scrittrice de “La Banalità del Male”. Il campo era sotto il controllo delle forze di polizia e assume sempre più caratteristiche di un campo di concentramento. Sono stati rinchiuse tutte le categorie perseguitate: ebrei “stranieri”, militanti antifranchisti, dissidenti politici, rom, omosessuali, ecc. qui è documentato l’unico caso di deportazione “ad ovest” di 7500 ebrei dalla Germania. In un primo momento le organizzazioni umanitarie avevano modo di aiutare i prigionieri, 1940 ebrei hanno ottenuto grazie a loro il permesso di emigrare e 1710 sono stati rilasciati.

755 ebrei sono riusciti a fuggire dal campo grazie alla sicurezza poco rigida. Nonostante non ci siano stati episodi di violenza o uccisioni indiscriminate sono 1100 le vittime di fame, freddo e malattie infestanti come tifo e dissenteria. Il 18 luglio del 1942 è stata ordinata dalle SS l’inizio delle deportazioni: sono partiti sei convogli ferroviari tra agosto e marzo che hanno trasportato 3907 internati a Drancy e poi ad Auschwitz per essere sterminati. A novembre del 1943 il governo di Vichy ha chiuso il campo, in questo terzo periodo sono state 22000 le persone passate per il campo.

 

Dopo qualche mese, il governo di Vichy ha deciso di riaprire il campo per cinque mesi per imprigionare 229 dissidenti politici e membri della resistenza francese. A fine agosto del 1944 la Francia era stata liberata e con essa anche il campo di Gurs.

Nel 1946 il campo è stato completamente smantellato. La collina su cui era eretto poggi è coperta da vegetazione e rimangono solo qualche pietra di fondamenta delle baracche. L’unica struttura mantenuta è stato il cimitero ebraico in cura dall’associazione delle comunità ebraiche dei Basses-Pyrénées.

DEPORTATI ITALIANI

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Non c'era più spazio per la speranza. Solo il giorno che non veniva mai, e la notte che sembrava non finire mai.

- Anonimo

VITTIME

  • Antonio Carini

  • Vittorio Mallozzi

  • Domenico Rolla

  • Enrico Zambanini

SOPRAVVISSUTI

  • Gino Bibbi

  • Ferrari

  • Dante Pescò

  • Egidio Seghi

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