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MARZABOTTO

La strage di Marzabotto, conosciuta anche come eccidio di Monte Sole, è una delle pagine più buie della Seconda Guerra Mondiale in Italia. Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, i nazisti, con il supporto di milizie fasciste, massacrarono oltre 770 civili, tra cui anziani, donne e moltissimi bambini.

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IL CONTESTO STORICO

Nel 1944, l’Appennino bolognese era attraversato dalla Linea Gotica, il sistema difensivo tedesco che separava il Nord Italia occupato dall’avanzata degli Alleati. In questa zona operava la Brigata Partigiana Stella Rossa, una delle formazioni più attive nella Resistenza. Per stroncare il movimento partigiano e terrorizzare la popolazione, i nazisti decisero di compiere una rappresaglia esemplare.

L’INIZIO DEL MASSACRO

Il 29 settembre, unità della 16ª Divisione SS "Reichsführer", guidate dal maggiore Walter Reder, iniziarono un rastrellamento nelle zone di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, sulle colline di Monte Sole. Convinti che i contadini sostenessero i partigiani, i tedeschi non fecero distinzioni: interi villaggi furono rasi al suolo e la popolazione massacrata senza pietà.

L’ECCIDIO DI MONTE SOLE

Uno degli episodi più cruenti avvenne nella chiesa di Casaglia di Monte Sole, dove don Ubaldo Marchioni aveva radunato fedeli e sfollati sperando che il luogo sacro li proteggesse. Le SS li trascinarono fuori e li mitragliarono uno dopo l’altro. Tra le vittime c’erano bambini, donne incinte e anziani.

A San Martino, un altro piccolo borgo, 49 persone furono chiuse in un casolare e bruciate vive. Altri furono sterminati nelle loro case o lungo le strade, spesso con metodi brutali. Il più piccolo dei massacrati fu Nevio Pellicciari, di appena 20 giorni di vita.

LA FOLLIA DELL’OLOCAUSTO ITALIANO

L’azione di sterminio proseguì per giorni, senza che nessuno venisse risparmiato. Alcune vittime furono gettate nei burroni, altre fucilate sul posto. Quando i nazisti lasciarono Monte Sole, il territorio era un deserto di case distrutte, cadaveri e cenere.

IL PROCESSO A WALTER REDER

Il maggiore Walter Reder, responsabile del massacro, fu catturato nel dopoguerra e processato in Italia. Nel 1951 venne condannato all’ergastolo, ma nel 1985 fu liberato per un atto di grazia, suscitando grande indignazione tra i familiari delle vittime.

UN LUOGO DI MEMORIA

Oggi Monte Sole è un Parco della Memoria, dove i resti delle case distrutte e le croci tra le colline ricordano la ferocia dell’eccidio. Ogni anno, il 29 settembre, la comunità si riunisce per commemorare le vittime e ribadire l’importanza della pace.

IL SIGNIFICATO DEL RICORDO

La strage di Marzabotto è uno dei più gravi crimini di guerra nazista in Italia. Ricordarla significa non dimenticare l’orrore della guerra e del nazifascismo, affinché simili tragedie non si ripetano mai più.

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