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Gross-Rosen

Campo Nazista

Luogo: Polonia

Tipologia: lavoro

Apertura: 2 agosto 1940

Liberazione: 14 febbraio 1945

Numero morti: 75.000 persone

Visitabile:

STORIA

Nel 1940, viene istituito come sottocampo del campo di Sachsenhausen e prese il nome dal vicino villaggio di Gross-Rosen oggi chiamato Rogoznica. Appena un anno dopo nel 1941, diventa un campo autonomo con tutte le caratteristiche criminali dell’universo concentrazionario nazista. Il primo gruppo di quasi 100 prigionieri arriva da Sachsenhausen. L’8 giugno 1941, un piccolo gruppo di ebrei viene trasferito da Dachau e, in seguito, ci sono trasferimenti più frequenti provenienti da altri campi. Questo piccolo gruppo subisce un trattamento molto duro, sottoposti a massacrante lavoro nelle cave senza un minimo di pausa; a loro vengono negate cure mediche e viene proibito di comunicare con prigionieri di altri blocchi. Inizialmente gli internati vengono obbligati a lavorare nella grande cava di granito, nei pressi del campo di proprietà della Deutsche Erd- und Steinwerke GmbH (DESt). Il tutto non risulta particolarmente vantaggioso ma, nonostante ciò, migliaia di prigionieri vi condussero una vita di fame ed epidemie. Con l’andare avanti del conflitto e la conseguente crescita del complesso, molti internati vengono trasferiti nei sottocampi di Gross-Rosen per lavorare nelle industrie di materiale bellico e di prodotti chimici lavorando per varie aziende.

Dal 1943 al 1945, ci sono trasferimenti più massicci che giunsero dalla Polonia, dall’Ungheria, dalla Francia, dal Belgio, dalla Jugoslavia, dalla Slovacchia, dalla Grecia e dall’Italia con un totale di 57000 prigionieri. Da documenti originali nazisti, conservati all’United States Holocaust Memorial, fanno evincere che: circa 3300 prigionieri di 20 nazionalità diverse provenienti da Gross-Rosen per Dora-Mittelbau sono Testimoni di Geova e asociali; circa 2700 prigionieri di 18 nazionalità diverse provenienti da Gross-Rosen per Mauthausen sono omosessuali, Rom, ebrei, Testimoni di Geova, politici e criminali comuni.

 

In breve tempo, i sottocampi diventano quasi 100: il 1° gennaio 1945, il campo principale ed i suoi sottocampi arrivano a contenere circa 76800 prigionieri. Questo campo è tristemente famoso per il brutale trattamento riservato ai prigionieri Nacht und Nebel (NN), principalmente resistenti alle forze tedesche catturati e deportati senza processo e senza che nessuno sapesse nulla circa il loro destino. La maggior parte della popolazione del campo è comunque formata da ebrei trasferiti da Dachau, Sachsenhausen e Buchenwald.

Oskar Schindler ha un ruolo importante nelle vicende di uno dei più importanti sottocampi di Gross-Rosen: Bruennlitz, sede di una fabbrica di sua proprietà. Il sottocampo con sede di una ex fabbrica tessile viene svuotato grazie agli sforzi di Schindler. Dopo la chiusura del campo di Cracovia-Plaszow, 1100 prigionieri ebrei vengono trasferiti presso il sottocampo in questione e, grazie a quest’ultimo, riescono a sopravvivere alla guerra e liberati nel maggio 1945.

 

Nel suo ultimo periodo la popolazione del complesso arriva a contare l’11% del totale degli internati rinchiusi nei campi nazisti. Un totale di circa 125000 deportati transita per il complesso. Il tasso di mortalità è così alto che il crematorio al suo interno risulta insufficiente per “trattare” tempestivamente le spoglie delle vittime: dagli atti risulta che la ditta Topf&Sohne di Erfurt, specializzata nella costruzione di crematori, viene sollecitata per l’installazione di un impianto di grande capacità, a quattro bocche. Nel 1945, quando il campo sta per essere raggiunto dall’avanzata delle forze sovietiche, il complesso incomincia ad essere evacuato. Verso i primi di febbraio 1945, il campo principale ed i molti suoi sottocampi sono completamente evacuati: si stima che circa 40000 sono morti durante le marce forzate di evacuazione.

Alcuni fra i sopravvissuti a queste marce vengono trasportati su treni a Bergen-Belsen, Buchenwald, Dachau, Dora-Mittelbau, Flossenbürg, Mauthausen e Neuengamme. Molti prigionieri trovano la morte a causa della mancanza di cibo ed acqua; durante le evacuazioni, in più, le SS uccidono tutti quei prigionieri ormai troppo deboli per continuare la marcia. Il 14 febbraio 1945, sopraggiungono le truppe sovietiche del fronte ucraino e liberano Gross-Rosen.

 

Un Museo pubblico allestito nel sito dell’ex campo è un memoriale delle vittime del campo. Il museo continua a tenere fino ad oggi diverse mostre ed ha un grande spazio per la riflessione. Nel Museo, inoltre, è proiettato un film su quello che veniva fatto all’interno del campo durante il nazismo ed ha un sito articolato in lingua inglese, tedesco e polacco, su tutta la storia del campo. Nel campo c'è anche un “monumento memoriale”, tipo mausoleo, contenente le ceneri delle molte vittime che trovano la morte a Gross-Rosen.

 

L’United States Holocaust Memorial Museum (USHMM) di Washington, fra le sue collezioni, conserva originali dei trasferimenti di prigionieri da Gross-Rosen ad altri campi nazisti.

Furono circa 400 i prigionieri italiani all’interno di questo campo, tra questi vi è Ottavio Ferro che, così come altri italiani, per il netto rifiuto a voler collaborare con i nazifascisti viene deportato a Gross-Rosen e liberato solo alla fine della guerra.

DEPORTATI ITALIANI

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Non ci sono evidenze documentate di deportati italiani in questo campo.

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