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Kauen

Campo Nazista

Luogo: Lituania

Tipologia: lavoro, concentramento

Apertura: 15 settembre 1943

Liberazione:  agosto 1944

Numero morti: 81.000 persone

Visitabile:

STORIA

Nasce dal ghetto di Kauen dove, già nel giugno 1941, ci sono frequenti massacri di ebrei sostenuti dalle autorità tedesche: si stima che già a luglio ben 10000 persone sono morte a causa di queste uccisioni per strada a fucilazioni nella vecchia fortezza.

 

Prima del 15 agosto 1941, i 30000 ebrei di Kauen, sopravvissuti a questi omicidi, si trasferiscono nel ghetto sorto nel distretto di Vilijampolė. Fino alla fine di ottobre, circa 13000 residenti del ghetto selezionati vengono fucilati. Tra il 29 ed il 30 ottobre, i residenti vengono chiamati e divisi: chi è in grado di lavorare a sinistra, i rimanenti a destra; chi è considerato inutile, viene ucciso ed in tutto ci sono ben 9000 vittime solo in questi giorni. Invece del pagamento in denaro per il loro lavoro, i residenti ricevono delle razioni di cibo (non sufficienti, però, alla sopravvivenza). Nel febbraio 1942, i residenti devono consegnare tutto il materiale scritto e stampato, compresi i libri, i giornali, le riviste e i manoscritti; ad agosto vengono chiuse le sinagoghe, i servizi pubblici e le scuole: le condizioni di vita peggiorano. Verso la fine di marzo 1943, circa 16000 ebrei vivono qui.

Il 21 giugno 1943, viene dato l’ordine di trasformare il ghetto in un campo; ad agosto le SS fanno avvenire questa trasformazione ed il 15 settembre l’amministrazione passa ufficialmente a queste ultime.

 

Dal 1943, le SS costruiscono 17 nuovi sottocampi alle dipendenze del campo di Kauen per consentire ai prigionieri di svolgere i lavori forzati nell'industria bellica e nei campi di torba. Le malattie come il tifo sono comuni e spesso causate dalle condizioni di vita anguste, dalla cattiva alimentazione e dall’esaurimento. Anche in questi ci sono selezioni, sparatorie arbitrarie, omicidi colposi e violenze fisiche con fruste di cuoio, sbarre d’acciaio, mazze e asce. Alla fine di ottobre 1943, non tutti si presentano nonostante l’elenco di 3000 prigionieri per un nuovo sottocampo: circa 2750 ebrei sono radunati, 2000 deportati in Estonia nei campi di lavoro ed i restanti sono bambini ed anziani con direzione Auschwitz. Dopo ciò, circa 8000 persone sono presenti nel campo. Verso la fine del 1943, viene chiesto a 60 prigionieri di dissotterrare e bruciare i cadaveri sepolti degli omicidi di massa avvenuti al Nono Forte. Nel luglio 1944, con l’avanzare dell’Armata Rossa, i primi sottocampi vengono chiusi.

Durante la Kinder- und Alten-Aktion del 27 e 28 marzo 1944, le SS tedesche e gli ucraini dell’esercito di Vlasov trasportano un totale di 1000 bambini e 300 anziani: la maggior parte vengono traportati il primo giorno a Lublino-Majdanek; i restanti, vengono trasportati il secondo giorno al Nono Forte per essere fucilati.

 

L’8 luglio 1944 il campo di Kauen viene sciolto; i prigionieri vengono portati in nave e treno al campo di Stutthof per poi essere selezionati: alcuni subiscono un ulteriore trasferimento verso Auschwitz il 26 luglio e verso Dachau dal 15 luglio al 18 agosto 1944 e, poi, al sottocampo di Kaufering. Molti ebrei cercano di sfuggire a questa deportazione nascondendosi nei nascondigli: le SS, non riuscendo a trovarli, decidono di distruggere e bruciare il tutto facendo fuori oltre 2000 persone. Il 1° agosto 1944, l’Armata Rossa arriva a Kauen trovando solo 90 ebrei vivi tra le macerie.

 

Dopo la guerra, l’Unione Sovietica utilizza il Nono Forte come prigione. Dal 1948 al 1958, viene ospitato un impianto agricolo.

In memoria di Kauen c'è una semplice lapide commemorativa all’interno dell’ingresso dell’ex campo.

Dal 1958, viene allestito un museo nel Nono Forte e aperto il 30 maggio 1959. Nel 1960, inizia l’esplorazione delle fosse comuni. Il 15 giugno 1984, viene poi inaugurata come parte del complesso commemorativo del Nono Forte una scultura alta 32 metri insieme al museo. Questo è diventato uno dei più grandi memoriali d’Europa. Sono poi presenti diverse targhe in ricordo delle migliaia di persone decedute in questo luogo.

 

Il Museo dell’Olocausto della Virginia di Richmond diretto da Jay M. Ipson, un sopravvissuto al campo di Kauen, si concentra sull’Olocausto lituano.

DEPORTATI ITALIANI

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Non ci sono evidenze documentate di deportati italiani in questo campo.

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