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Ravensbrück

Campo Nazista

Luogo: Germania

Tipologia: lavoro, sterminio

Apertura: 15 maggio 1939

Liberazione: 30 aprile 1945

Numero morti: 92.000 persone certe

Visitabile:

STORIA

Il 25 novembre del 1938, su ordine di Himmler, 500 prigionieri di Sachsenhausen sono stati trasportati in una proprietà dello stesso per la costruzione di un campo di concentramento femminile, il 15 maggio dell’anno seguente è stato aperto e già aveva oltre 2000 prigioniere al suo interno. Il campo è rimasto fino alla caduta del regime il principale lager femminile in Germania. Il terreno su cui era stato costruito il campo era talmente freddo da essere chiamato “piccola Siberia” ed era circondato da un bosco di conifere e betulle, c’erano 32 baracche, gli uffici dell’amministrazione, le case delle SS, una fabbrica della Siemens Werke di Berlino, cucina, ospedale da campo prigione, due crematori e due grandi aree industriali. Il campo era protetto da un muro di quattro metri con filo spinato ad alta tensione e da torrette di guardia con mitragliatrici agli angoli. Il 6 giugno del 1941 è stato aggiunto un piccolo campo maschile separato, è stato costruito da 300 deportati di Dachau.

 

Quando una donna arrivava al campo era obbligata ad indossare il Winkel, un triangolo colorato per il crimine commesso e una lettera per identificarne la provenienza. Venivano rasati i capelli per l’industria tedesca, a volte le deportate ariane riuscivano a scampare questo trattamento. Venivano spogliate di tutto ciò che possedevano, ispezionate nelle parti intime, lavate e inviate ai Block.

I turni di lavoro erano due di dodici ore, il prima dalle 6 di mattina alle 6 di sera, il secondo dalle 6 di sera fino alle 6 di mattina. Erano obbligate a diverso tipo di lavoro schiavo: costruzioni, agricoltura e costruzione di missili V2. Le ribelli erano rinchiuse nel Bunker dove erano seviziate moralmente e fisicamente, molto erano uccise o non sopravvivevano alle violenze, lì venivano fatti gli interrogatori, i processi sommari, torture e condanne a morte. Le detenute da rieducare erano inviate allo Strafblock, le donne erano umiliate e costrette a preparare il concime usando escrementi e cenere umana. Le donne di Ravensbruck componevano il 70% delle prostitute presenti nei bordelli in tutti i lager nazisti, nel ’42 sono state 50 le prigioniere politiche a lasciare il campo per dirigersi nei bordelli di Mauthausen e Gusen e molte di loro si sono proposte come volontarie per sfuggire alle condizioni di vita pietose del campo, erano pagate, avevano la mattina per riposare, giorni liberi e ricevevano vestiti e cibo migliori, avevano modo di lavarsi regolarmente. Molte di esse tornano nel campo affette da malattie veneree.

Nel 1942 il campo di Ravensbruck conosce un aumento di produzione esponenziale: la Siemens apre una filiale poco fuori le cinta del campo e la manodopera schiava del lager è sfruttata nella produzione per la ditta, sono costruiti nuovi blocchi, capannoni e magazzini e il campo diventa una città concentrazionaria circondata da sottocampi e kommandos, nel 1945 saranno più di 40, e affitta la manodopera coatta a industrie esterne. Il numero sempre crescente di deportate segue un aumento di sfruttamento e di mortalità con l’eliminazione dei soggetti inabili come donne anziane, incinte, prigioniere con problemi psicologici e oppositrici. Nel ’44 le deportazioni crescono a dismisura, anche per le evacuazioni dai campi orientali, ma i posti di lavoro non aumentano di pari passo e il campo soffre un iper-affollamento costringendo la costruzione del Block 25, una tenda militare enorme situata in una zona paludosa. Le condizioni di vita in questo blocco erano ancora peggiori rispetto al resto del campo: trattate come bestie e la mancanza di igiene di base creò una moltitudine di deportate infettate e parassitate diventando un involontario metodo di sterminio che verrà poi riproposto anche in uno dei sottocampi che diventerà un campo di eliminazione.

 

Da luglio del 1942 74 prigioniere del campo sono state sottoposte principalmente a due serie di esperimenti “medici” (le vittime erano principalmente polacche).

La prima verteva sulla ricerca di medicine in grado di curare la gangrena gassosa che aveva ucciso Reinhard Heydrich un mese prima e che aveva messo in ginocchio i soldati tedeschi. Le internate venivano ferite, fratturate e infettate con batteri virulenti che sviluppavano la gangrena, una volta che la malattia veniva riconosciuta le ferite erano curate con farmaci nuovi per testarne l’efficienza. La seconda serie invece riguardava lo studio del processo della rigenerazione di ossa, muscoli e nervi e la possibilità di trapianto di ossa. Cinque delle cavie umane sono morte in seguito alle sperimentazioni altre sei sono state uccise. Le restanti, soprannominate coniglietti per l’andatura che avevano assunto, sono sopravvissute con l’aiuto delle altre prigioniere. Circa 130 prigioniere zingare sono state sterilizzate per provare l’efficacia di nuovi metodi tedeschi basati su raggi X chirurgia e farmaci. Questi tentativi di sterilizzazione avevano come scopo ultimo la sterilizzazione di persone indesiderabili al nuovo ordine mondiale. Nel complesso gli esperimenti erano questi: congelamento o raffreddamento prolungato, vaccinazione anti-petecchiale sperimentale, ricerche sull’epatite epidemica, farmaci sperimentali per la cura della gangrena gassosa e tetano, sterilizzazione, raggi X, trapianti di ossa da una prigioniera all’altra, studi sulle condizioni precancerose della cervice uterina, ricerche sui gemelli monozigoti, ricerche sulla cura ormonale all’omosessualità. Molte delle donne sottoposte a questi esperimenti sono rimaste uccise, altre sfigurate a vita.

Il campo femminile, naturalmente, presentava un soprannumero di neonati e bambini. I primi bambini arrivarono nel ’39 con le madri zingare arrivate dall’Austria, in seguito arrivano anche madri ebree, olandesi, francesi, ungheresi. Dal 1942 le donne incinte all’internamento sono obbligate all’aborto oppure selezionate per l’eliminazione immediata. L’aborto era praticato fino all’ottavo mese e il feto era bruciato in una stufa. Dal ’43 è stato concesso di finire gravidanza ma il neonato veniva ucciso brutalmente davanti alla madre, dopodiché i metodi si invertirono: i neonati potevano sopravvivere ma le madri no, i bambini morivano dopo pochissimi giorni. I nazisti, per portare avanti il progetto della razza eletta erano molto attenti alla non proliferazione di razze inferiori e i bambini venivano uccisi immediatamente: soffocati con il gas, veniva iniettato veleno, bruciati, picchiati, fucilati, gettati vivi nelle fosse comuni, usati come tiro al bersaglio, abbandonati a morire di fame e lasciati in pasto ai topi. I documenti riguardanti i bambini sono molto pochi, sono stimati 882 bambini deportati, 500 nati e solo 5 sono sopravvissuti.

 

Il campo di lavoro non si limitava allo sfruttamento della manodopera ma era anche campo di preparazione militare per le donne addette alla sorveglianza dei Block femminili nei tanti campi nazisti. Sono circa 3500 le donne addestrate all’interno del campo, indossavano la divisa delle SS ma non godevano degli stessi diritti, nonostante ciò, la loro cattiveria sbalordì anche molti colleghi uomini. 

Le deportate del campo erano dissidenti politiche, testimoni di Geova, antinaziste e colpevoli di violazione della “purezza razziale” avendo avuto rapporti con razze sub, zingare, polacche e il loro numero aumentava di anno in anno, basta pensare che nell’aprile del 1940 c’erano 3000 deportate e ad agosto dello stesso anno erano già più di 4000. Gli uomini del Männerlager sono stati oltre 20000 in tutti gli anni di attività ed erano impegnati nella creazione di divise per la Wehrmacht. La popolazione del campo del ’42 conta dalle 7000 alle 10000 unità effettive e i numeri di matricola a dicembre arrivano a 15558, le 5000 “avanzate” sono probabilmente morte nel campo oppure sono state inviate ad Auschwitz. Infatti, tra il ’42 e il ’43 ci sono stati continui trasferimenti di deportate ebree e zingare verso Auschwitz-Birkenau come risposta agli ordini dell’Ufficio centrale per la sicurezza dei Reich che richiedeva l’imprigionamento di tutti gli ebrei in unico luogo lontano dai centri potere e ripulirne i territori. Nel 1943 entra la 19244esima prigioniera e viene costruito il crematorio. Nel 1944 da aprile a dicembre le prigioniere entrate nel campo sono state più di 50000 alzando il numero complessivo a oltre 90000. Grazie a delle deportate sfruttate nella registrazione è stato possibile arrivare a documenti salvati clandestinamente che riportava 25.028 nomi di donne ed è stato possibile fare una statistica sulle etnie presenti e sui motivi di detenzione.

  • 24,9% polacche

  • 19,9% tedesche

  • 15,1% ebree

  • 15% russe

  • 7,3% francesi

  • 5,4% zingare

  • 12,4% altre (erano più di 20 le nazionalità delle donne internate complessivamente)

 

Di cui

  • 83,54% politiche

  • 12,35% asociali

  • 2,02% criminali comuni

  • 1,11% Testimoni di Geova

  • 0,98% altro

 

Il documento da abbiamo queste statistiche approssimative, la Zugangliste, è uno dei documenti più importanti conservati dell’Olocausto ed è stato salvato dai membri dell’unità Mury dello Szare Szeregi, un movimento di resistenza Scout polacca nato dopo l’invasione tedesco. Gli altri documenti presenti sono stati bruciati, si stima che complessivamente il campo abbia ospitato 130000 deportati.

Alla fine del 1944 è stata stabilita l’eliminazione giornaliera di 50-60 donne alla volta, queste stragi erano volte per una migliore evacuazione del campo in vista dell’arrivo dell’Armata Rossa. Le eliminazioni avvenivano sistematicamente tramite spari alla nuca che se non fossero andati a buon fine sarebbero state appoggiate da iniezioni di veleno nel cuore e i corpi venivano immediatamente cremati. Nel 1945 le fucilazioni sono state sostituite dalle camere a gas e l’inalazione di Zyklon-B. Da gennaio ad aprile del 1945 il numero è sceso da 46000 a 11000 deportate presenti. Durante l’esecuzione del 30 marzo 1945, Venerdì Santo, la suora ortodossa Madre Maria prese il posto di una delle detenute chiamate, madre di tre figli, e l’aiutò a fuggire dalla finestra. Il 25 aprile viene ucciso il Sonderkommando per eliminare le testimonianze ma durante i processi è stato stabilito che la camera a gas ha ucciso 6000 persone. Il 23 aprile Himmler, con l’aiuto del Dott. Felix Kersten, trattò con il conte svedese Folke Bernadote la liberazione di 70000 internati di diversi lager, tra cui 7000 donne di Ravensbruck. Il 26 aprile è stata ordinata la marcia della morte che vedeva numerose donne e uomini camminare verso ovest, durante questa camminata sono morte molte persone. Il 30 aprile le forze sovietiche entrano nel campo e vi trovano 3000 prigioniere scampate all’evacuazione e 300 uomini per lo più malati o denutriti.

 

Il memoriale nazionale di Ravensbruck è stato inaugurato il 12 settembre del 1959, sono stati incluse sezioni originali del lager quale il crematorio, la prigione e un tratto del muro di cinta.

La fossa comune è stata poi evidenziata con un campo di rose. La scultura Tragende diventa il simbolo del Memoriale e tutta l’area all’interno diventa caserma dell’Esercito sovietico. Il primo museo viene inaugurato tra il 59 e il 60 nel Bunker. Oggi, gli ex blocchi di alloggi per le guardie femminili sono un ostello di gioventù e un centro di incontro giovanile. Il Museum des antifaschistscen Widerstandskampfes è stato sostituito da due mostre permanenti: “Donne di Ravensbruck” con biografie di 27 ex prigioniere e “Ravensbruck. Topografia e storia del campo di concentramento femminile” che ha informazioni sulle origini la vita e il principio dello sterminio attraverso il lavoro. Dal 2004 è allestita una terza mostra sulle guardie femminile e il memoriale ospita regolarmente mostre temporanee.

DEPORTATE ITALIANE

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La parola più importante, la parola che non ho mai dimenticato, è 'resistere'. Perché a Ravensbrück tutto ciò che facevi, ogni respiro, era un atto di resistenza.

- Lidia Beccaria Rolfi

VITTIME

  • Olga Benario Prestes

  • Margarete Buber-Neumann

  • Martha Desrumaux

  • Maria Gramaglia

  • Ada Grossi

  • Luisa Minazzi

  • Rina Pignone

  • Nina Simi

SOPRAVVISSUTE

  • Sibilla Aleramo

  • Lidia Beccaria Rolfi

  • Ada Buffulini

  • Giuliana Fiorentino Tedeschi

  • Goti Herskovits Bauer

  • Teresa Mattei

  • Teresa Noce

  • Liliana Segre

  • Francesca Laura Wronowski

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